Pier Vittorio Buffa racconta la vita degli ultimi e dei primi partendo da due luoghi dal forte valore simbolico. Gli ultimi sono gli ergastolani rinchiusi a Santo Stefano, luogo di detenzione forzata fin dalla fine del Settecento, mentre i primi sono i confinati di Ventotene, destinati a diventare classe dirigente della futura Repubblica. Sull’Isola di Santo Stefano si intrecciano e si susseguono storie di assassini, delinquenti e rapinatori, così come di uomini innocenti, oppositori politici. Come in un’antologia (giustamente viene citata quella di Spoon River in quarta di copertina), ogni capitolo racconta la storia di un detenuto fatta di violenza, sopraffazione e morte. Dall’altra parte del canale, a poche miglia di distanza, l’isola di Ventotene resa da Mussolini luogo di confino per uomini che hanno combattuto il fascismo e creduto nella fondazione di una nuova Italia e di una nuova Europa. A legare le due isole, i destini di personaggi come Pertini o Terracini che furono prima confinati nelle carceri di Santo Stefano e poi rimasero segregati nella vicina Ventotene insieme ad alcune tra le personalità più significative per il Paese e per la futura Europa Unita.
L’autore riesce in queste pagine a fare un’operazione che di rado riesce così bene: lega la drammaticità della Storia e la puntualità della ricerca alla potenza del romanzo, incollando il lettore ad ogni pagina, ad ogni biografia creando una forte empatia tra chi quelle storie le legge e chi invece ne ha vissuto la drammatica esistenza.
(A.C.)
(recensione a cura del Comitato Organizzatore)
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