Il libro si sviluppa in diciassette racconti, in un unico flusso di pensieri sul presente, secondo la stessa definizione di Covacich. Le storie girano intorno a temi, ambientazioni e personaggi diversi. Alla ricostruzione immaginata delle ultime ore di vita dell'artista Pippa Bacca, violentata e uccisa in Turchia mentre attraversava l'Europa in autostop vestita da sposa (ecco La Sposa del titolo), sono intercalate parentesi autobiografiche sul tema della genitorialità e della libera scelta di un suo rifiuto. Si inseriscono lunghi soliloqui durante gli allenamenti di footing o la fantascienza (con il sapore della parabola) di safari umani dove gli immigrati diventano ambite prede da cacciare. Tutti questi flash, narrazioni e finzioni surreali si susseguono in quello che è stato definito da Michele Lauro su Panorama “un concept album”, per la capacità dell’autore di alternare ballate lente a fatti di cronaca, con finali rarefatti che conducono alla storia successiva.
La precarietà è forse il filo rosso che unisce tutte le storie, una precarietà non solo materiale (come per la protagonista del racconto Angela Del Fabbro), ma sopratutto esistenziale. Precaria è la vita del cantante Alessandro Bono; lo è la disperata ricerca di un amore per Carla. Precario è il passato, rivissuto attraverso i ricordi degli anni impiegati ad insegnare in una scuola superiore a Pordenone; precari sono il presente e l'idea di ogni progetto sul futuro. Il libro scorre velocissimo lasciando al lettore un agrodolce sapore di indeterminatezza e sospensione. (recensione a cura del Comitato Organizzatore)
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