Recensione del libro: La Resistenza perfetta Premio Letterario Pozzale Luigi Russo

Giovanni De Luna
La Resistenza perfetta Feltrinelli 2015



“Perfetta” è l’attributo che De Luna sceglie di assegnare alla dimensione storica ed esistenziale della resistenza vissuta e combattuta in alcune località del Piemonte, tra Barge e Bagnolo, intorno al castello e alla villa della famiglia Malingri, una illuminata famiglia aristocratica e filo-monarchica. Tutti i protagonisti delle vicende che ruotano intorno alla villa sono uniti dal comune desiderio di dare il meglio di se stessi, politicamente e umanamente, in vista di un obiettivo condiviso, la liberazione, e con un ideale condiviso, l’antifascismo. La villa riproduce e scardina al suo interno tutte le divisioni del paese, di ceto, di fazione politica, di gerarchia; è sede di incontri di militanti partigiani, albergo e rifugio di armi e di libri, ospizio di feriti di guerra e luogo di confronti e di speranze sul futuro degli assetti istituzionali del paese. De Luna scrive che in quel castello si «ebbe la sensazione di vivere giorni decisivi, animati dalla speranza di costruire un’Italia migliore. In quei giorni, preti e partigiani, monarchici e comunisti, soldati del Sud e ufficiali dell’aristocrazia sabauda travolsero antiche barriere ideologiche e sociali, superarono le ragioni di storiche “esclusioni”, dando vita a una realtà in cui tutto sembrava nitido e riconoscibile: il male stava nel passato, nei fascisti e nei nazisti che si ostinavano a perpetuarlo; il bene stava nel futuro che tutti insieme, per una volta compiutamente italiani, si voleva costruire». La tessitura delle vicende documentate è tenuta insieme dalle memorie del Diario di Leletta, la giovane figlia dei conti Malingri, che ci ha consegnato pagine da cui prorompe il senso dell’irripetibilità di ciò che si sta vivendo, frammisto ad una adolescenziale pienezza della vita. La sua storia, la sua vocazione religiosa e la passione politica la legano a doppio filo a un altro protagonista, di altra fede ma di eguale passione, dei venti mesi della resistenza piemontese: Pompeo “Barbato” Colajanni, avvocato siciliano, ufficiale dell’esercito e poi partigiano comunista dopo l’8 settembre. A partire dalle loro storie e dalle loro scelte di vita, De Luna scrive per cerchi concentrici la storia della resistenza armata e della resistenza civile, dei fascisti di Salò, delle stragi e dei rastrellamenti tedeschi, della guerra ai civili, del ruolo dei partiti politici e della chiesa, delle giornate di Torino e delle morti dei fascisti per mano delle folle, senza perdere mai il riferimento al centro, alla storia di Leletta e al castello di Bagnolo. Le pagine private del diario di una liceale e un costante riferimento alla dimensione esistenziale della scelta di Leletta e Barbato dopo l’8 settembre non fanno mai perdere di vista a De Luna l’orizzonte delle ricerche storiografiche più significative sul tema e consentono aperture ad ampio raggio sulla resistenza come fenomeno di straordinaria complessità storica, affatto irriducibile a semplificazioni giornalistiche e a strumentalizzazioni politiche. (recensione a cura del Comitato Organizzatore)



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