Un’insegnante precaria, ormai disillusa sull’utilità sociale di quello che sperava fosse il suo lavoro, un matrimonio fallito alle spalle, assiste allo sgretolamento del suo mondo: gli ideali giovanili, la lingua della comunicazione con il prossimo, l’illusione che nella vita ci siano cose che possano solo mutare nel tempo; e invece cominciano a non tenere più gli oggetti stessi di casa: la sedia, il frigorifero, il gancio del bagno. Un mondo che frana, una vita alla deriva, assediata da messaggi ansiogeni e analisi depressive, e la difficoltà a rapportarsi col padre che di fronte a quella deriva sembra del tutto scanzonato e svampito, da una parte, la figlia, adolescente, “una ranocchia che vorrebbe spiccare il volo”, dall’altra. Né l’aiutano le conversazioni con un’amica suggestionata dagli oroscopi e dal soprannaturale da rotocalco, rassegnata com’è al fatto che la loro amicizia consista proprio nella “facoltà di intendersi seguendo ognuna il proprio binario”,
Un’amica e suo marito le offrono di partecipare a un progetto strambo, un sogno un po’ pazzo, che li riempie di entusiasmo: una bicicletta economica, ecosostenibile, riciclabile. Dopo una indifferenza iniziale, il progetto sembra ridare una nuova spinta alla sua vita. Non ci si può adattare a continue frustrazioni e sconfitte; forse non sarà una svolta nella sua vita, ma almeno l’acquisizione di una speranza: non va sempre così. (recensione a cura del Comitato Organizzatore)
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