Recensione del libro: Guerra santa e santa alleanza Premio Letterario Pozzale Luigi Russo

Manlio Graziano
Guerra santa e santa alleanza Il Mulino 2015



“Le religioni saranno sempre più utilizzate nei conflitti, e le più organizzate tra di esse cercheranno di utilizzare i conflitti per accrescere il loro peso e la loro influenza”

Contrariamente a quanto ipotizzato, negli anni Sessanta del XX secolo, da una celebre inchiesta del “Time” Dio non è morto. Nel “disordine internazionale” del XXI secolo le religioni, infatti, stanno svolgendo un ruolo di primo piano nella scena politica internazionale e, certamente, accresceranno la loro importanza in futuro. Questa è la tesi presentata da Manlio Graziano nel suo ultimo lavoro. L’autore dimostra come le
religioni, relegate dalla secolarizzazione nella sfera della devozione privata, dagli anni Settanta del XX secolo abbiano conosciuto un costante risveglio e siano tornate a ricoprire un ruolo essenziale negli eventi più significativi della nostra Storia.
Il saggio di Manlio Graziano prende idealmente le mosse da una provocatoria domanda apparsa nel 1966 sulla copertina del “Time”: “Dio è morto?”. All’apice della secolarizzazione la religione, relegata nella sfera della devozione privata, sembrava in effetti completamente scomparsa dalla vita pubblica. La risposta dell’autore, a quasi cinquanta anni di distanza, è però negativa. La religione non è morta e, anzi, nel mondo
del XXI secolo, in preda a crisi di carattere economico, politico e militare, vede una nuova e prepotente rinascita, iniziata con lo shock petrolifero degli anni Settanta.
Graziano parla di un vero e proprio risveglio religioso che avrebbe portato le religioni, senza distinzioni, ad occupare spazi sempre maggiori all’interno del mondo politico e istituzionale, a più livelli. L’autore compie, all’interno del saggio, un attento e corposo studio degli eventi storici e geopolitici che hanno condizionato e condizionano oggi la scena internazionale. L’analisi procede su un doppio piano, orizzontale e verticale. Il
primo si muove lungo le linee di faglia religiose presenti oggi nel mondo, studiando i rapporti tra le diverse fedi e la situazione interna a ciascuna di esse in merito alla possibile pluralità confessionale. Il secondo consiste invece in un’attenta analisi storica di tipo diacronico, che procede dalla nascita del Cristianesimo e dell’Islam fino al giorno d’oggi. Da entrambi ricaviamo un quadro complesso, un mosaico ricco e frastagliato, che male si adatta alla schematizzazione e alla banalizzazione dei rapporti tra fedi e aree geopolitiche proposte molto spesso dai mass media in un’ottica di “scontro di civiltà”.
L’autore si concentra a questo proposito sull’Islam, cercando di demolire erronee convinzioni radicate nella mentalità occidentale. Alcune tra le caratteristiche che generalmente vengono attribuite alla religione musulmana (come la commistione tra potere laico e potere religioso) in realtà sarebbero acquisizioni non solo recenti, fatte risalire alla nascita della Repubblica islamica di stampo khomeinista, ma persino derivate dal mondo cristiano occidentale. L’ultima sezione del saggio si concentra sulla Chiesa cattolica, vista come principale istituzione in grado di portare avanti, insieme e in dialogo con le altre fedi, un risveglio religioso che metta nuovamente e con forza Dio al centro della vita politica internazionale. (recensione a cura del Comitato Organizzatore)



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