Recensione del libro: Fine pena: ora Premio Letterario Pozzale Luigi Russo

Elvio Fassone
Fine pena: ora Sellerio, 2015



Un giudice di Torino si trova a celebrare un maxi processo contro la mafia catanese; tra gli imputati Salvatore, uomo di primo piano del clan che, seppur giovane, ha tanti omicidi sulla coscienza. I primi incontri non sono certamente idilliaci ma la saggezza e l'umanità del magistrato riporta sui retti binari il processo e crea un rapporto di rispetto che è quasi fiducia. Dopo 20 mesi e tanti incontri, Salvatore sarà condannato all'ergastolo. Il giorno dopo la sentenza il giudice manda una lettera con un libro a Salvatore. Non sa come reagirà, in fondo è l'uomo che lo ha privato della libertà per tutta la vita ma, ciò nonostante Salvatore, che ha la quinta elementare, apprezza il gesto e inizia a leggere il libro. Comincia così un rapporto epistolare che durerà per ventisei anni. La vita di Salvatore, pur nella tremenda situazione di "recluso a vita" cambia: studia, partecipa ai progetti di teatro, giardinaggio, cucina, si sente un uomo nuovo. La realtà del carcere però è diversa e la vita di Salvatore è provata da avvenimenti avversi che lasciano segni e, anche se non è più "quello di un tempo", il marchio del suo passato gli impedisce di ricevere i permessi premio. Dopo tanti anni di carcere Salvatore non riesce più a resistere e con un insano gesto trasforma il fine pena da "MAI" ad "ORA". Un invito alla riflessione su un tema scottante: come può l'ergastolo conciliarsi con il dettato costituzionale che prevede che "Le pene [...] devono tendere alla rieducazione del condannato"? Elvio Fassone, magistrato, componente del CSM e parlamentare, analizza i vari aspetti legati all'ergastolo auspicando la possibilità di discutere, se non la sua abolizione, una limitazione dei casi in cui potrebbe trovare applicazione, senza dimenticare l'attenzione al percorso umano di qualsiasi condannato. (recensione a cura del Comitato Organizzatore)



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