Recensione del libro: Eclissi Premio Letterario Pozzale Luigi Russo

Ezio Sinigaglia
Eclissi Nutrimenti, 2016



“Il suo progetto puntava dritto all’oscurità per cogliervi una luce”: così l’incipit di questo romanzo che contiene in nuce la trama del libro. Il protagonista, Eugenio Akron, architetto triestino, è tormentato da un’angoscia insopportabile da tre anni, da quando è morta la moglie Irene. Decide così di regalarsi un viaggio verso una non precisata isola scandinava da dove assistere all’eclisse totale di sole, attesa per l’equinozio di primavera, augurandosi che la lontananza dai luoghi quotidiani possa alleviare la sua angoscia. La sua speranza è riuscire a trovare la domanda che possa porre la questione del suo dolore nella giusta ottica, la chiave che permetta di comprenderlo e superarlo una volta per tutte.
L’incontro con Mrs. Wilson, una gentile turista americana arrivata anche lei sull’isola per assistere all’eclisse, la quale si affeziona subito al protagonista, permette ad Akron di capire che il suo dolore non ha niente a che fare con la scomparsa di sua moglie. Involontariamente ella riapre una ferita che Akron portava da cinquant’anni con sé, la morte del suo amico e anima gemella Beniamino, con il quale aveva condiviso tre intensi anni. Di questa morte si era sempre ritenuto colpevole: allora non era infatti riuscito, nonostante tutti i suoi sforzi, a far desistere il suo amico da un’uscita in mare in barca a vela. Quel giorno, al momento della sua partenza, il mare era calmo e il tempo ottimo, ma Eugenio, esperto conoscitore dei venti, aveva previsto l’arrivo di un uragano. Beniamino non aveva creduto alla previsione, e fu sorpreso in mezzo al mare dalla tempesta, che non lo riconsegnò più a riva.
Cinquant’anni dopo, uscito in barca per vedere l’eclisse in mezzo al mare, lontano dalle più flebili luci, Akron riesce finalmente a capire il suo dolore. Questo deriva infatti non tanto dall'aver permesso all’amico di uscire in mare, ma dal fatto di non essere riuscito a esprimere a Beniamino tutto l’amore che provava per lui, amore che fino a quel momento, e per un così lungo lasso di tempo, era rimasto celato allo stesso Eugenio.
L'osservazione dell'eclissi, in quei tre minuti scarsi in cui eccezionalmente la luce del sole lascia il posto alle tenebre diurne, diventa così per Akron l'occasione per comprendere, in una sorta di illuminazione rovesciata, l'origine del suo dolore e per liberarsene tragicamente. (recensione a cura del Comitato Organizzatore)



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