Recensione del libro: Rotta di collisione. Euro contro welfare? Premio Letterario Pozzale Luigi Russo

Maurizio Ferrera
Rotta di collisione. Euro contro welfare? Laterza, 2016



Lo stato sociale, noto anche con il termine inglese di welfare state, è uno degli elementi caratterizzanti degli Stati moderni e persegue il fine di ridurre le disuguaglianze che si determinano, all'interno di ogni società, a causa dei differenti livelli di reddito percepiti dai suoi componenti.
“Con esso ci si propone di fornire e garantire diritti e servizi sociali, ad esempio: assistenza pubblica, pubblica istruzione, indennità di disoccupazione, sussidi familiari, in caso di accertato stato di povertà o bisogno, ecc” (wikipedia).
Il Welfare State insieme all'integrazione fra gli Stati dell'Europa è, secondo l'autore, la più importante conquista del XX secolo. Tuttavia “nell'ultimo ventennio queste due costruzioni istituzionali sono entrate in una crisi profonda e, quel che è peggio, sembra avere imboccato una rotta di reciproca collisione”.
Le cause di questo conflitto sembrano insite nel processo di costituzione dell'Europa così come si è definita: gli Stati hanno ritenuto prioritario affidare alla UE il compito di unificare i mercati, eliminare i vincoli alla libera concorrenza riservandosi la definizione e l'attuazione delle politiche di sociali; in altri termini il welfare state è estraneo al processo di integrazione europea.
Inoltre, con la nascita dell'Euro, sono state introdotte regole che limitano l'autonomia in materia di bilancio con il fine di garantire la stabilità tra i Paesi che hanno deciso di adottare la moneta unica.
A causa della crisi economica iniziata nel 2008, e al fine di mettere ordine ai bilanci pubblici che presentavano un eccessivo deficit, è stata introdotta una politica di austerity che ha imposto una progressiva riduzione della spesa pubblica che inevitabilmente si è tradotta in una contrazione dello stato sociale.
Una modalità per superare questo dualismo tra euro e welfare state risiede nell'introduzione di un principio di solidarietà a livello europeo. La definizione di reti di protezione sociale a favore di realtà in difficoltà deve essere coordinata tra tutti gli Stati appartenenti all’Unione. Il processo di integrazione europea non può che essere portato avanti unitamente alla capacità di garantire protezione sociale e non in contrasto con essa.
E' impensabile che questo nuovo modello possa prescindere da una adeguata sostenibilità fiscale. Occorre, secondo Ferrera, una maggiore flessibilità “responsabile”, nella scelta delle politiche nazionali. Occorrono più politiche comuni. La Ue non può essere solo uno spazio economico, ma anche un “posto” in grado di “ispirare fiducia e nel quale i singoli cittadini (…) possano sentirsi davvero al sicuro”. (recensione a cura del Comitato Organizzatore)



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